Il presidente Grassia risponde ai capigruppo del Consiglio comunale di Scicli
“Nessun attacco nei loro confronti ma una risoluta sollecitazione a risolvere i problemi”
“Spiace prendere atto della piccata reazione dei capigruppo del Consiglio comunale di Scicli. Il nostro non voleva affatto essere un attacco nei loro confronti quanto una sollecitazione, se vogliamo anche provocatoria, per fare sì che la problematica segnalata potesse, finalmente, essere presa in considerazione”. Così il presidente di Ance Ragusa, Giuseppe Grassia, risponde a Vincenzo Bramanti, Salvatore Carbone, Salvo Guttà e Bartolo Epiro sulla questione riguardante i progetti di edilizia sociale pari a oltre 14 milioni di euro, finanziati dal privato, con il contributo della Regione. “Al di là della polemica, che credo in questa delicata fase per la vita della città, così come per il resto della provincia, non serva a nessuno – continua Grassia – è innegabile che, ciascuno svolgendo il proprio ruolo, debba farsi carico di specifiche responsabilità nel tentativo di sbloccare procedure che, congelate da tempo, rischiano di minare alla base ogni tentativo di recupero per i comparti economici di Scicli. E’ facile immaginare cosa vorrebbe dire mettere in circolo i 14 milioni suddetti nei canali economici della città. Sarebbe una grossa boccata d’ossigeno non solo per le imprese ma anche per tutti i substrati produttivi di questa realtà locale e di altre vicine. Siamo sicuri della buonafede e dell’attaccamento al ruolo istituzionale da parte dei consiglieri in questione. E proprio per questo chiediamo loro un segnale che vada in direzione completamente opposta alle indicazioni che abbiamo ricevuto, proprio da Scicli, in queste ultime giornate. Mi riferisco a sedute del Consiglio durate appena un’ora e mezzo nel corso della quale sono stati esitati ben nove punti; mi riferisco, ancora oggi, al mancato approdo dei suddetti progetti di edilizia sociale in aula senza che nessuno si sia preso la briga di capire e stimolare (il ruolo del consigliere comunale è anche questo oppure no?) il perché di tali ritardi; mi riferisco ad una condizione di inerzia che non può più giustificare l’interpretazione della carica di consigliere (e il riferimento è generico) come è sempre stato, non rendendosi conto che oggi le sfide del mercato e le condizioni di grave crisi ci impongono gli straordinari. Se nessuno interviene e se chi è deputato a farlo non trova di meglio se non demonizzare chi intendeva esercitare una funzione di pungolo, allora le diatribe dialettiche potranno andare avanti all’infinito senza che ciò ci consenta di cavare un ragno dal buco. Ma a volte una doccia fredda può servire a risvegliare dal torpore su una determinata situazione e spingere a prendere il carbone ardente con le mani. Tutto ciò, ovviamente, nell’interesse del bene comune”.